Bambini abbandonati, confini e perdute identità
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Il tema cruciale dell’infanzia abbandonata è al centro di questa ricerca. L’opera ripercorre le vicende – assai poco note – dei cosiddetti “esposti” e “trovatelli”, ponendo i propri confini di ricerca in un’area geografica significativa, estesa tra il Sottoceneri e l’adiacente antica provincia comasca. Lo sfondo temporale è quello compreso tra inizio del Settecento e fine dell’Ottocento.
Con lo studio di fonti storiche eterogenee – alcune emerse in anni recenti e per la prima volta analizzate – vi si illustra l’aspetto del transito clandestino dei trovatelli dalla Svizzera italiana verso la terra lombarda, dove i piccoli terminavano il loro percorso approdando presso l’Ospizio degli esposti nella città di Como. Analogamente, si getta lo sguardo a un secondo aspetto della vicenda, non meno interessante: l’arrivo, in molti paesi della Svizzera italiana, sia di lattanti da svezzare – mandati dall’Ospizio medesimo presso le balie – sia di bambini slattati – conferiti, questi ultimi, a famiglie di “allevatori”. La ricostruzione della ricerca delinea il contesto complessivo, contrassegnato da abbandoni, ritrovamenti, accordi, compensi economici; la legge della domanda e dell’offerta vi svolgeva un ruolo non marginale, e non mancavano neppure gli interventi di autorità politiche, amministrative e giudiziarie. |
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